GIULIANOVA – Dante Di Silvestre, il caldaista 60enne condannato a 14 anni di reclusione con il rito abbreviato per l’omicidio di Paolo Cialini al culmine di un diverbio per una mancata precedenza stradale, sconterà la pena agli arresti domiciliari. Lo ha stabilito il giudice dell’udienza preliminare Giovanni De Rensis, accogliendo la richiesta avanzata dai legali dell’uomo, Nadia Baldini e Gennaro Lettieri e sulla quale era stato dato parere favorevole da parte del pubblico ministero. L’artigiano già ieri, dopo il deposito dell’ordinanza, ha lasciato il carcere di Teramo (nella foto quotidiano La Città). Sulla decisione del giudice hanno influito le condizioni di salute dell’uomo, l’età e anche il suo atteggiamento processuale di collaborazione e la buona condotta durante gli otto mesi trascorsi in una cella del carcere di Castrogno.
Ma la strategia processuale della difesa non si ferma all’ottenimento del regime di detenzione alternativo: è in fase di deposito il ricorso in Appello contro la condanna di primo grado, in cui si sostiene che l’artigiano dovrebbe rispondere non più di omicidio volontario, bensì di preterintenzionale: Di Silvestre secondo i suo legali non voleva ammazzare il 47enne informatico, ma solo ferirlo e spaventarlo. Il delitto avvenne il 14 giugno scorso, in via Verdi a Giulianova, davanti alla figlioletta della vittima che si trovava in macchina: una discussione violenta, ne corso della quale Di Silvestre sferrò una coltellata al petto di Cialini, uccidendolo sul colpo.